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 Descrizione del progetto

In occasione del G7 a Capri il Segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha rimarcato come l’Italia stia facendo la differenza, sul lato diplomatico, per quanto concerne la stabilità del Medio Oriente in uno dei periodi di maggiore instabilità regionale. Nel più complesso panorama regionale, dove il conflitto tra Israele e Hamas e le rappresaglie tra Israele e Iran attirano l’attenzione dei decisori politici, il conflitto in Siria rappresenta ancora un elemento di instabilità rilevante. Nonostante l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 e il focus strategico dell’Alleanza Atlantica nei confronti dell’Indo-Pacifico, il governo italiano considera il Mediterraneo allargato come una delle principali aree di interesse per la propria politica estera e di difesa. In questo contesto, l’attivismo italiano nella diplomazia internazionale per quanto concerne l’area del Medio Oriente è funzionale alla difesa dell’interesse nazionale italiano.

Il conflitto siriano, iniziato nel 2011 sull’onda delle Primavere Arabe, rappresenta ancora un’importante fonte di instabilità nel più ampio panorama regionale e internazionale. All’interno del complesso caso siriano, diversi attori statali e non statali delle più diverse ideologie operano e controllano vaste porzioni di territorio, ricevendo anche il sostegno di diverse potenze regionali e globali. Da un lato, il governo siriano opera di concerto con la Russia, l’Iran e le milizie sciite di Hezbollah. Dall’altro lato, le Forze Siriane Democratiche hanno ottenuto il supporto della coalizione internazionale contro l’ISIS a guida statunitense. Infine, la Turchia opera militarmente in Siria controllando alcune regioni a nord del Paese di concerto con il neonato Syrian National Army. 

Il presente progetto di ricerca ha l’obiettivo di mappare i principali gruppi armati attivi in Siria, individuandone le diverse origini e traiettorie assunte durante il conflitto, inserendole all’interno del più vasto contesto regionale e internazionale. Alcuni degli attori più importanti nel conflitto siriano si sono modificati, cambiando nome e ambizioni, si sono uniti in alleanze, o hanno perso la capacità di controllo territoriale. A titolo di esempio, la sconfitta militare e territoriale dello Stato Islamico nel 2019 non ha eliminato del tutto l’organizzazione dal contesto siriano, che invece ha affrontato un periodo di trasformazione e riorganizzazione che ha portato lo Stato Islamico stesso a riemergere, conducendo diversi attacchi armati negli ultimi mesi. Similmente, l’Esercito Siriano Libero è stata una delle più importanti formazioni armate dall’inizio del conflitto ma ha attraversato una fase di crisi che ha portato allo scioglimento del gruppo armato e la trasformazione in nuove sigle e organizzazioni, supportate anche da diversi attori regionali e internazionali.

L’importanza della mappatura dei gruppi armati siriana è molteplice. In primo luogo, permette di comprendere le traiettorie locali dei gruppi ribelli siriani a partire dalla loro formazione, informando il decisore politico su quali sono ancora attivi, la loro rilevanza nel contesto conflittuale siriano, col fine di ipotizzare le possibili evoluzioni future. In secondo luogo, la mappatura permette di comprendere la transnazionalità di questi gruppi, i loro legami con altri attori non statali nel Medio Oriente, nel Mediterraneo allargato, e persino nel contesto di instabilità del Sahel. Infine, la mappatura permette di comprendere il legame dei gruppi locali con stati esteri o attori statali sia a livello regionale che globale– come la Russia, l’Iran, Israele, Hezbollah in Libano, la Turchia e gli Stati Uniti – permettendo di comprende come il conflitto siriano influenzi le dinamiche regionali e internazionali.

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Il presente progetto è stato realizzato con il contributo dell’Unità di Analisi, Programmazione, Statistica e Documentazione Storica – Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ai sensi dell’art. 23 – bis del DPR 18/1967.

Le opinioni contenute nella presente pubblicazione sono espressione degli autori e non rappresentano necessariamente le posizioni del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

 

This project is realized with the support of the Unit for Analysis, Policy Planning, Statistics and Historical Documentation -  Directorate General for Public and Cultural Diplomacy of the Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, in accordance with Article 23 ‒ bis of the Decree of the President of the Italian Republic 18/1967.

The views expressed in this report are solely those of the authors and do not necessarily reflect the views of the Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation.

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